lunedì 25 novembre 2013

Cubbàita o giuggiulena: oggi si!

La cubbàita o giuggiulena è uno dei più famosi dolci tipici Siciliani e Calabresi. Essa differenzia dalla petrafennula che invece è a base di mandorle.
Esso nasce probabilmente nelle province tra il Palermitano e l'Agrigentino, precisamente nei distorni tra Alia, Lercara Friddi, Castronovo e le vicine Cammarata, San Giovanni Gemini e Casteltermini.
Il nome difatti in se per se è un'edulcorazione di "giurgiulena" (quindi avente a che fare con Giurgenti, ex nome di Agrigento).
L'ingrediente principale è il sesamo che in siciliano e in calabrese è indicato appunto con i termine giuggiulena, gigiolena, giuggiulea o ciciulena.


 La preparazione è semplicissima. Ecco cosa ci serve:


1.      350 g di semi di sesamo
2.      95 g di zucchero
3.      300 g di miele
4.      Cannella in polvere (q.b.)

Benissimo passiamo subito alla preparazione!
Versiamo il miele in un tegame lasciando sciogliere a fiamma bassa. Aggiungiamo lo zucchero mescolando ininterrottamente assieme alla cannella; quando la miscela raggiungerà il punto di ebollizione, aggiungiamo i semi di sesamo per il tempo necessario affinché il nostro composto assumerà un colore ambrato e i nostri ingredienti si siano amalgamati per benino.
Adesso versiamo il nostro composto su una lastra di marmo (in quanto superficie fredda) ben oleata (usate sempre olio di oliva!) stendendo il nostro composto dolciario.
Prima che il tutto si raffreddi e si rapprenda, livelliamo con una spatolina, facendo con un coltello delle striscioline e quindi dei quadratini.
Se volete potete crearvi delle stecche sullo stile del torrone… Gnam, gram e buon appetito!

Si narra che...

Mastro Pinuzzu era conosciuto da tutti per la sua affabilità. Uomo dallo spiccato senso dell’umorismo, non si dava vinto in nessuna difficoltà della vita.
Era cresciuto nelle campagne di Roccapalumba (prov. Di Palermo) ed era rimasto legatissimo con don Lillo “u varbieri” che a sua volta era un Grottese DOC (nds. Grotte, prov. Di Agrigento).
I due compari nonostante fossero avanti negli anni, erano dei gran mattacchioni: si narra che un dì, per caso fortuito, don Lillo teneva una lunga stecca di cubbaità (come sempre) e che “diavula falla” passava una bella ragazza piuttosto avvenente; allorchè con tono piuttosto aspro la fanciulla guardandolo con fare disgustoso gli rispose :”Ma alla vostra età nun vi virgugnati?”.
Il nostro caro amico arrossì, mortificato sapendo di non aver più “certe sensibilità” in certe zone; in aiuto gli sovvenne Pinuzzu che con fare scanzonato le replicò :”Signurina sarà puru viecchiu, ma me cumpari l’avi duci comu u mieli e chi simenza chi c’avi”!
Inutile dire che la “signurina” voltando le spalle, fuggi a passo spedito, ma i due compari si scialarono in fragorose risate in nome della cubbàita e della stoltezza di quella sprovveduta quanto stupida ochetta!

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